Proverbi cosentini: la classifica dei migliori 10

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La classifica dei migliori proverbi secondo Melaspasso!

I proverbi racchiudono in se la saggezza popolare. Danno consigli nelle situazioni difficili e sono delle vere e proprie perle di saggezza. A Cosenza moltissimi proverbi hanno fatto storia (mi verrebbe da dire pietre miliari). Pensiamo a tutte quelle volte che vengono utilizzati in chiave ironica. La procedura è ormai standardizzata da secoli. Qualcuno sbaglia qualcosa e tac. Si recita il proverbio. Un’ulteriore presa per i fondelli perchè diciamoci la verità ridere è bello e purtroppo non capita spesso nella vita (Cit. il Libanese).

Ma bando alle ciance, ecco a voi la classifica dei 10 proverbi cosentini più belli. Naturalmente si tratta di un gradimento strettamente personale. Ognuno di noi è legato per 100 ragioni a qualche detto in particolare.

1. Va coglia Riganu ara scisa i Paula: uno dei proverbi più amati dell’intera città. A Cosenza si trova sempre lo spadaccino di turno che millanta di saper far tutto. Ed è proprio in quel momento che attenderai il suo fallimento per potergli dire “vai a raccogliere origano sulla discesa che porta verso Paola”.

2. Mina mo che è carne i puarcu: “colpisci in questo momento che è carne di maiale”. Così tradotto sembra che non abbia alcun significato, però non è così. Si tratta di un invito energico a battere il ferro fin quando è caldo.

3. U puarcu abbuttu nun crida aru diunu:  “il maiale sazio non crede che possa esistere il digiuno”. Pensateci un po’. Giorno di Natale. Tavola imbandita e strapiena di cibo come se non esistesse un domani. Mangiata impressionante e respirazione difficoltosa. Come dare torto al maiale?

4. Si nannuzzu avia tri palle era nu flipper: ovvero “se il mio caro nonnino avesse avuto 3 testicoli sarei stato nipote di un flipper”. Questo proverbio si usa per zittire gli amanti delle recriminazioni, ovvero coloro che per giustificarsi utilizzano sempre un “se”.

5. U cane muzzica sempre aru strazzatu: grande lezione di vita “il cane azzanna sempre il poveraccio”! Purtroppo è vero, in questo mondo se la prendono in quel posto sempre le persone più deboli.

6. Ara squagliata d’a nivi si vidanu i strunzi: “dopo lo scioglimento delle nevi emergono e vengono alla luce gli stronzi”.

7.  A jumi cittu un ji a piscà: “Non pescare sulle rive di un fiume silenzioso”. Ovvero non fidarti mai di persone taciturne, un po’ come dire fai la santa ma sei una z******!

8. Cazzu arrittatu nun canuscia parentatu: la traduzione letterale è la seguente “il pene in erezione non distingue su eventuali legami di parentela”, una sorta di incitamento per superare momenti di carestia attraverso incesti.

9. I megli amici, i meglie curtiddrate: “i migliori amici potrebbero rivelarsi i primi a volervi accoltellare”, purtroppo i veri amici sono pochi e rari.

10. Rimana cu ru culu ruttu e senza cirasi: gli edulcorati direbbero “perdere capra e cavoli”, ma è sicuramente più poetico ed espressivo il nostro proverbio cosentino.