Reddito garantito e innovazione tecnologica: una proposta concreta per il XXI secolo

“Il problema è la soluzione, proprio così. La sostituzione di lavoro con macchine intelligenti è un problema fin quando riteniamo che il lavoro salariato sia la condizione necessaria e indispensabile per poter avere accesso alla ricchezza sociale, per poter sopravvivere. Ma diventerebbe una soluzione non appena ci liberassimo di questa visione limitata che nacque da una situazione di scarsità, ma che è un ostacolo al pieno dispiegamento del possibile, quando l’intelligenza tecnica e scientifica mette a disposizione della società una ricchezza potenzialmente illimitata.”

Siamo di fronte alla quarta rivoluzione industriale. L’economia è stata trasformata dalle nuove tecnologie, dal general intellect, dalla sharing economy e dall’avvento della robotica e automazione industriale. Il nuovo secolo ci ha portato nuovi scenari e nuove domande: il reddito di base condizionato è la misura da adottare per la risoluzione del problema. Un problema originato da una crisi globale che non sembra più arrestarsi, perfezionata da un aumento insostenibile della disoccupazione, della povertà e del rischio di esclusione sociale. L’UBIE (Unconditional Basic Income Europe) ha dato vita ad una campagna con la raccolta di circa 300 mila firme per il “reddito di base” inteso come nuovo “diritto umano ed economico”. Una soluzione impiegata in alcuni paesi del mondo come in India e in Africa. In Spagna un forte movimento di opinione ha dato vita ad una campagna di raccolta firme (quasi 200 mila) per una proposta di legge di iniziativa popolare per un reddito di base. Il referendum svizzero ha segnalato l’avvio di un dibattito storico, mentre in Olanda e Francia si avviano progetti pilota. In Finlandia, poi, la realizzazione di un reddito incondizionato è stata messa esplicitamente in agenda come metodo risolutivo per il benessere della popolazione.

FONTE: Officina dei Saperi