[Viaggi]Napoli, città unica che ti resta nel cuore

“Non può essere mai del tutto infelice chi può ritornare col pensiero qui. Napoli è un paradiso; tutti vivono in una specie di ebbrezza e di oblio…Ieri mi dicevo, o sei stato folle fin qui, o lo sei adesso. Vedi Napoli e poi muori! dicono qui”.

Sono le parole del colto e raffinato letterato tedesco Johann Wolfgang Goethe nel suo celebre “Viaggio in Italia”. In uno straordinario affresco della città di fine settecento il poeta testimonia il fascino che questi luoghi esercitano sul suo animo. Luogo in cui trascorre due mesi, al termine dei quali lo definirà “il posto più meraviglioso del mondo”.

Il nostro viaggio fa tappa a Napoli. La terza Città Metropolitana d’Italia. Il suo centro storico, il più vasto d’Europa, è stato riconosciuto dall’UNESCO “Patrimonio dell’Umanità”. La città si estende nell’omonimo golfo, tra il Vesuvio e l’area vulcanica dei Campi Flegrei. Fondata nell”VII secolo a.C., l’antica Partenope fu tra le città egemoni della Magna Grecia, tanto da diventare centro della filosofia epicurea in Italia col nome Neapolis. Nel 1139 il normanno Ruggero II d’Altavilla conquistò la città, che sotto i Borbone divenne capitale del Regno delle Due Sicilie fino al 1860.

Ma riassumere il nostro viaggio a Napoli in poche righe credo sia quasi impossibile, per via dei molteplici aspetti di questa metropoli che meriterebbero approfondimenti separati. Una città ricca di contraddizioni e di difficoltà, che sa essere un “bazar” vivo e festaiolo, oppure uno sfarzoso palazzo nobiliare, pieno di eleganza e suprema raffinatezza. Sicuramente un centro culturale sempre in fermento, dove l’arte, in tutte le sue declinazioni, si respira in ogni angolo. Ed è qui che si manifesta “l’oro di Napoli”, espressione di un popolo che offre sempre un sorriso, una battuta confortante, un’indole garbata e calda, intrisa del suo retaggio culturale che fa della napoletanità un vanto, un tratto identificativo indelebile.

 

La città è uno spettacolo tutto da esplorare. Chiunque la visiti per la prima volta non può non rimanere inebriato dal suo fascino e abbandonarsi totalmente ai ritmi e alle visioni cittadine. Napoli va vissuta, va mangiata, ascoltata come un’esperienza intima personale, con la voglia di immergersi “dint’e vicoli e sta città ”.

I vicoli della città

Arrivati alla stazione Centrale di Piazza Garibaldi ci troviamo subito immersi in una realtà caotica e anche un po’ sporca che dà ragione a quei pregiudizi su un Sud un po’ arretrato. Basta però percorrere solo un chilometro e subito ci si trova nella splendida Piazza Municipio che è la vetrina della storia più che bimillenaria di questa splendida città. Non lasciandoci intimorire da un primo impatto, apparentemente disordinato, andiamo alla scoperta degli innumerevoli tesori artistici, culturali, gastronomici, paesaggistici e antropici di Napoli. Con l’animo sgombro da qualsiasi pregiudizio o timore sentiamo in questo luogo la presenza eterna delle civiltà che l’hanno posseduta, degli uomini illustri che ha generato, ed inoltre godiamo della bellezza inebriante del suo paesaggio.

Centro Storico

Visitiamo Napoli con il desiderio di vivere e vedere il teatro della vita, il comico e tragico dell’esistenza umana. Una città barocca per eccellenza, dove luci ed ombre si amalgamano in un’ atmosfera unica. Mettiamo piede sul suolo partenopeo e ci rechiamo in una famosa pasticceria dove si può gustare una delle migliori sfogliatelle della città. Un soave profumo di vaniglia si spande tutt’intorno al piccolo negozio ed una calda fragranza si scioglie in bocca. Un tipico caffè napoletano, servito in una tazzina bollente, completa il tutto. Inizia la passeggiata nell’universo napoletano. Porta Capuana, Via dei Tribunali, il Pio Monte della Misericordia. Stradine strette e negozietti di frutta e verdura, di chincaglieria variegata e salumerie, mentre auto e motorette ci passano accanto. Al Pio Monte della Misericordia lo spazio si allarga, la luce, se pur simbolica, risplende nella sua maestosità: “Le opere di misericordia” di Caravaggio sull’altare maggiore. E via di nuovo tra i chiaroscuri delle stradine. Una sosta dovuta alla Chiesa di S. Lorenzo Maggiore, per cogliere l’atmosfera, dove Boccaccio conobbe Fiammetta e dove Petrarca alloggiò nell’annesso convento. Via S. Gregorio Armeno con i molti negozi, che vendono le artigianali statuette di terracotta per il presepe dal bambinello al bue e l’asinello, agli angioletti e al pastore con le pecorelle, a Maradona, a Cavani, a Totò e a Berlusconi con le sue “lolite”. Un miscuglio di sacro e di profano, un insieme di creatività artistica e di saggezza ed ironia popolare.

Via S. Gregorio Armeno
“O presepio”, le statuette in Via S. Gregorio Armeno

Via S. Biagio dei Librai, S. Domenico Maggiore e ad una delle luci più eccelse della cultura e dell’arte napoletana: la Cappella Sansevero con l’impressionante “Cristo Velato” di Giuseppe Sanmartino. Il “Cristo Velato” è il simbolo di Napoli, una soffusa bellezza, che ti riempie di stupore e meraviglia. Bisogna riprendersi.

Il Cristo Velato

Una rapida occhiata alla Chiesa del Gesù Nuovo con i cimeli ed i ricordi del medico Giuseppe Moscati, uno dei santi più popolari del XX secolo.

Piazza del Gesù Nuovo

Inizia la discesa verso il mare. Raggiungiamo via Toledo, una delle strade principali, risalente al 1536 e affollata di nobili palazzi, i cui vicoli, da un certo punto in poi, si congiungono ai Quartieri Spagnoli.

Quartieri Spagnoli

E’ una delle vie dello shopping e della vita culturale della città; lungo il suo corso si affaccia una delle prime gallerie commerciali d’Italia, la  Galleria Umberto I, ed è sempre qui che, nell’Ottocento, venne aperta la prima sala cinematografica della città, fra le prime in Italia, proiettando i pionieristici film dei fratelli Lumière. Percorrendo tutta Toledo, si apre l’immensità di Piazza Plebiscito, con la chiesa di San Francesco da Paola che guarda Palazzo Reale; oltre il belvedere, che guarda al Porto si arriva giù al Lungomare, dove svetta Castel dell’Ovo, la spettacolare fortificazione eretta sull’isolotto tufaceo di Megaride. Un panorama mozzafiato che si allarga sempre di più, con il Vesuvio a sinistra e Posillipo e Ischia a destra.

Piazza del Plebiscito con la chiesa di San Francesco da Paola
Palazzo Reale visto dalla chiesa di San Francesco da Paola
Lungomare di Mergellina

La pizza, i fritti, il pesce, gli spaghetti ai frutti di mare, cucinati con gusto e fantasia culinaria di un ristorante rinomato in via Partenope, possono dare la pace dei sensi ed il piacere al palato. Risaliamo per il Vomero, tra i quartieri più belli, arriviamo a Castel Sant’Elmo, struttura medievale in parte realizzata dalla viva roccia, dalla cui sommità si abbraccia con lo sguardo l’intera città e il golfo fino alla penisola Sorrentina e l’isola di Capri.

Cosa dire…Napoli non si può dimenticare. Per ognuno di noi ci deve essere una Napoli nell’anima. Una città che nonostante tutte le sue contraddizioni, ti resta nel cuore!

Perchè “ le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone”.